Si tratta di sviluppare una nuova cultura che si basi non solo sull'abilità tecnica dell'uomo, ma anche sulla sua saggezza; non solo sulla sua capacità di modificare la natura, ma anche su quella di comprenderla; che veda l'uomo non solo in grado di dare nuove qualità all'artificiale, ma anche di garantire la continuità di quel fragile substrato naturale su cui si basa tutto l'esistente e anche la sua stessa speranza di vita. (E.M.)

mercoledì 26 febbraio 2014

la tecnologia che vorremmo

Il prossimo autunno 30 borse di studio, per un ammontare complessivo di quarantamila euro, saranno assegnate ad altrettante classi e alunni delle scuole di Vicenza e Provincia. A erogare questa non trascurabile somma, in questi tempi di vacche magre per la scuola e non solo, sarà l'Associazione Progetto Marzotto di Vicenza (http://www.progettomarzotto.org) che ha scelto proprio la tecnologia come tema centrale per il bando di quest'anno. E' interessante che il bando sia rivolto a tutti gli ordini di scuola, compresa la scuola primaria. Infatti anche qui da qualche anno, come nella scuola media, la 'tecnologia' è presente  come disciplina autonoma ma la sensazione è che di fatto siamo ancora lontani da un suo effettivo e capillare insegnamento. Una iniziativa come quella dell'associazione vicentina - dall'intrigante titolo "La Tecnologia che vorrei" - ha certo il merito di mettere al centro dell'attenzione un sapere, come quello tecnologico, che non ha ancora ottenuto il pieno riconoscimento del suo valore formativo e culturale. Conoscete altre iniziative simili in giro per l'Italia? Credo andrebbero fatte conoscere e diffuse.

Il riferimento del concorso alle Indicazioni Nazionali per il curricolo (http://www.indicazioninazionali.it/J/) è esplicito ed evidente: "Rientrano nel campo della tecnologia i principi di funzionamento e le modalità di impiego di tutte le macchine, i dispositivi, gli strumenti che l’uomo progetta, realizza e usa per gestire o risolvere problemi o semplicemente per migliorare le proprie condizioni di vita. Fanno parte del tema le attività quali la progettazione e/o fabbricazione di un oggetto elencando gli strumenti ed i materiali necessari; l’immaginare modifiche di oggetti e prodotti di uso quotidiano in relazione a nuovi bisogni o necessità; l’esecuzione di interventi di riparazione, manutenzione e decorazione. Per quanto riguarda le tecnologie dell’informazione, della comunicazione e le tecnologie digitali viene richiesta una riflessione rispetto agli effetti sociali e culturali della diffusione e alle conseguenze relazionali e psicologiche dei possibili modi d’impiego attuali e futuri."

L'animazione che accompagna il progetto, poco più lunga di due minuti, è molto efficace e gradevole. Qualcuno sa chi ne è l'autore?

domenica 23 febbraio 2014

artigianato e mestieri d'arte

Ascoltando la testimonianza - abbastanza sconcertante devo dire - di un artigiano orafo di Udine, intervenuto a Prima Pagina un paio di giorni fa (http://www.radio.rai.it/podcast/A45596174.mp3) mi è tornato in mente un interessante articolo di Edoardo Vigna uscito su Sette la scorsa primavera (http://www.manifuture.it/flash-dal-mondo/2013/04/salviamo-dallestinzione-i-mestieri-darte/) dedicato ai mestieri d'arte. “Al confine tra arte e artigianato i mestieri d’arte coniugano manualità e progettualità. Trait-d’union fra passato e futuro, fra la creazione e l’esecuzione, costituiscono l’eredità di molteplici 'saper-fare' perfezionatisi nel corso del tempo sposando le correnti estetiche delle varie epoche storiche.”

Diceva l'orafo udinese, tra l'altro: “Io volevo dire, in base alla mia esperienza, che l’artigianato per scelta politica è stato diciamo cancellato, annullato; una scelta politica iniziata negli anni sessanta con l’inizio del boom economico in Italia: una società agricola, rurale - una società artigiana - sono state di fatto abbandonate per mandare tutti in fabbrica, ed è ciò che ha permesso questo boom economico. Le scuole di arti e mestieri di sana e ottima tradizione hanno iniziato non più a formare artigiani professionisti ma operai quindi hanno standardizzato la loro qualità formativa. Diversamente in Europa le  scuole artigiane in data odierna funzionano eccome, ma non solo; ci sono addirittura delle facoltà universitarie di arti applicate dove i migliori, i più talentuosi, da artigiani diventano artisti, hanno questa opportunità, e dove insegnano i migliori maestri e docenti.”

I mestieri d'arte sono davvero, in Italia, in via di estinzione? Su questo problema mi sembra dovrebbe esserci una maggiore consapevolezza: per approfondire si può partire dalla guida Introduzione ai mestieri d'arte frutto di un corposo lavoro di ricerca sostenuto dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d'arte (http://www.fondazionecologni.it) e dal CROSS dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (http://centridiricerca.unicatt.it/cross_index.html)

La guida si può scaricare al seguente link:
http://www.cittadeimestieri.it/export/sites/default/download/introduzione_ai_mestieri_d_arte.pdf